Fuoco di Sant’Antonio: decorso, quanto dura, complicanze, prevenzione

 

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Il fuoco di Sant’Antonio, patologia virale che colpisce pelle e terminazioni nervose, è il nome più popolare dell’Herpes zoster che si manifesta con eruzioni cutanee del tutto simili alle vesciche della varicella seppure l’herpes sia una patologia più fastidiosa e dolorosa.

In effetti, varicella e fuoco di Sant’Antonio sono strettamente legate fra loro o, meglio, l’Herpes zoster viene scatenato proprio dal virus della varicella infantile: l’infezione latente viene riattivata, ciò vuol dire che il fuoco di Sant’Antonio colpisce soltanto persone che hanno già avuto la varicella.

Questo virus, seppure eliminato in gran parte delle zone del corpo, resta latente nel ganglio di Gasser (alla base del cranio) o nel ganglio dorsale (vicino al midollo spinale).

Quanto dura il fuoco di Sant’Antonio? Qual è il suo decorso?

 

 

Fuoco di Sant’Antonio: decorso

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Se il periodo di incubazione del virus è di 2-3 settimane, il decorso dell’Herpes Zoster ha una durata media di 3-5 settimane.

Se la malattia dovesse prolungarsi per un paio di mesi, si potrebbe incorrere in spiacevoli conseguenze come danni importanti a carico dei nervi.

Di solito, in soggetti in buona salute, il decorso è spontaneo ma la durata della degenza dipende molto dalla gravità della patologia e dal tempestivo trattamento (possibilmente, entro 72 ore dalla comparsa delle prime lesioni cutanee).

Se trattato immediatamente con una terapia a base di antivirali, analgesici e farmaci topici per 10 giorni, il fuoco di Sant’Antonio dura meno e causa disturbi più lievi (approfondisci: fuoco di Sant'Antonio cura).

Esistono altri trattamenti ad effetto antidolorifico: il cerotto e pomate a base di lidocaina (un anestetico).

 

Il ritorno della malattia è possibile?

Generalmente, la guarigione completa avviene nella metà dei casi e, una volta guarito, il soggetto sarà immunizzato: la possibilità di ammalarsi di nuovo è rara ma non impossibile.

Eccezionalmente, la malattia può ripresentarsi.

Il più delle volte, questo succede se:

  • La prima infezione si è manifestata in tenera età (prima dei 6 mesi di vita);

  • La malattia si è presentata in forma lieve o non ha avuto un decorso normale e completo;

  • Il sistema immunitario del soggetto presenta problemi.

 

La guarigione è sempre completa?

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Gli obiettivi della terapia farmacologica consistono nel ridurre la durata della malattia, ridurre la replicazione virale, attenuarne la gravità limitando l’estensione dell’eruzione cutanea, scongiurare il diffondersi dell’infezione ad altre parti del sistema nervoso e, soprattutto, prevenire la temibile nevralgia post-erpetica.

In gran parte dei casi, con la guarigione il dolore si attenua per poi spegnersi del tutto, le lesioni cutanee scompaiono senza riportare conseguenze.

Nell’altra metà dei casi, invece, la malattia diventa cronica causando nella zona colpita nevralgia post-erpetica (caratterizzata da dolore persistente), che può durare mesi o per tutta la vita.

Allo scopo di impedire la comparsa di una nevralgia, il paziente affetto da dolore insistente che superi i 60 anni di età potrà essere sottoposto ad un blocco peridurale selettivo.

 

 

Nevralgia post-erpetica: la complicanza più temuta del fuoco di Sant’Antonio

La scomparsa delle croste può non coincidere con la scomparsa del dolore in quanto l’aspetto cutaneo e quello neurologico sono indipendenti fra loro.

Il maggiore problema del fuoco di Sant’Antonio è rappresentato dai dolori che potrebbero perdurare dopo l’eruzione cutanea e, soprattutto, dopo la guarigione.

Le complicazioni più frequenti legate al fuoco di Sant’Antonio sono di natura neurologica.

La più temibile ed importante è la nevralgia post-erpetica (PNH). Che cos’è e come si manifesta?

Colpisce soprattutto soggetti anziani che, anche dopo la guarigione delle lesioni cutanee ed a distanza di molto tempo, continuano ad accusare forti e continui mal di testa, dolore nelle zone dove prima comparivano le bollicine dello Zoster o paralisi dei muscoli facciali.

Questi sintomi sono tutte manifestazioni della nevralgia post-erpetica, un disturbo che dura a lungo e che ha portato i medici a credere che, talvolta, i danni causati dal virus persistano per molto tempo, dopo averlo debellato.

I dolori provocati dalla nevralgia post-erpetica sono tra i più violenti che possano colpire l’essere umano: causano insonnia, inappetenza, dimagrimento, ansia, sofferenza e depressione.

I forti dolori possono essere curati con i narcotici che, però, hanno diversi effetti collaterali nocivi; è meglio, quindi, ricorrere a creme efficaci contenenti Capsacina (con estratto di peperoncino rosso).

Anche farmaci convulsivanti usati per curare l’epilessia o per la depressione possono essere d’aiuto per i dolori dovuti alla nevralgia post-erpetica.

Attraverso terapie alternative come l’agopuntura o l’elettrostimolazione dei nervi, molti pazienti hanno trovato giovamento.

 

Altre complicanze neurologiche

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Oltre alla nevralgia post-erpetica, esistono altre complicazioni neurologiche e non, che possono trasformare il normale decorso della malattia in sviluppo di altri tipi di patologie.

Di seguito, tutte le complicanze neurologiche legate all’Herpes Zoster che non si riesce a debellare e che può lasciare un segno più o meno permanente:

  • Encefalite diffusa che si manifesta in uno stato confusionale oppure in una forma di letargia acuta o subacuta. Gran parte dei pazienti riesce a recuperare del tutto, fortunatamente;

  • Mielite causata dal virus che invade direttamente il midollo osseo;

  • Encefalite focale che può presentarsi anche dopo lungo tempo dall’eruzione cutanea;

  • Paralisi dei nervi cranici o periferici;

  • Vasculite cerebrale che si presenta con un ictus ed emiplegia controlaterale;

  • Emiparesi controlaterale ritardata, causata dall’invasione virale delle arterie cerebrali con prognosi severa ed alta mortalità.

 

 

Complicazioni non neurologiche

Le complicazioni non neurologiche del fuoco di Sant’Antonio sono:

  • Disseminazione cutanea in forma di 20 o più lesioni cutanee in dermatomeri diversi da quello colpito inizialmente;

  • Superinfezione batterica delle lesioni che, spesso, produce esiti cicatriziali ed imperfezioni della pelle;

  • Coinvolgimento di organi interni con conseguente polmonite, pancreatite, ulcerazione gastrica, esofagite, enterocolite. Possono essere colpiti tutti gli organi interni, ma le conseguenze più frequenti sono polmoniti ed epatiti;

  • Complicanze oculari che possono mettere a rischio la vista del soggetto colpito da Herpes Zoster.

 

L’Herpes Zoster nei bambini: quanto dura

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E’ possibile contrarre la malattia a qualsiasi età e, seppure il fuoco di Sant’Antonio interessi nella stragrande maggioranza persone adulte (il 75% colpisce adulti di età superiore ai 45 anni), il 5% dei casi riguarda ragazzi di età inferiore ai 15 anni.

L’Herpes Zoster è la riattivazione dell’infezione provocata dal virus della varicella che rimane latente, dormiente e che, un giorno, può risvegliarsi scatenando il Fuoco di Sant’Antonio.

C’è da dire che è un fenomeno molto raro nei bambini di età inferiore ai 10 anni e che, se sviluppano la malattia, presentano sintomi più lievi rispetto agli adulti.

In gran parte dei casi di Herpes Zoster pediatrico, il decorso clinico è benigno, la guarigione è più rapida rispetto ai pazienti di età adulta.

La durata della malattia varia da 1 a 3 settimane. Se, superato il normale decorso, la malattia dovesse prolungarsi oltre il limite standard, è necessario indagare ed escludere un’eventuale immunodeficienza (compresa quella legata ad infezione da HIV).

Lo Zoster nel soggetto giovane con immunità normale potrebbe non giustificare un trattamento farmacologico antivirale ma, essendo la terapia ben tollerata nei bambini immunocompetenti, è preferibile seguire il trattamento con farmaci antivirali per favorire ed abbreviare il decorso della malattia, ridurre il dolore, velocizzare la guarigione scongiurando l’insorgenza di eventuali complicanze.

 

Prevenzione

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L’unico modo per prevenire la varicella e, di conseguenza, l’insorgere del fuoco di Sant’Antonio (soprattutto in età avanzata) con relative complicazioni è la vaccinazione resa disponibile in Italia dal 2002.

Talvolta, è necessaria una seconda vaccinazione in dose ridotta in quanto il vaccino non è sempre del tutto efficace per chiunque.

Nel 2006, è stato reso disponibile negli USA un vaccino specifico per l’Herpes Zoster: Zostavax.

Il vaccino zoster, secondo quanto è stato dimostrato da alcuni studi in merito, previene quasi la metà dei casi di malattia e 2/3 dei casi di neuralgia post-erpetica.

La vaccinazione è consigliata agli adulti a partire dai 50 anni con sistema immunitario attivo, mentre è sconsigliato agli anziani ultraottantenni.

E’ stato, inoltre, dimostrato che il consumo di frutta e verdura freschi (studio pubblicato sull’International Journal od Epidemiology) ed il giusto apporto di vitamina C riducono il rischio di sviluppare l’Herpes Zoster. Ricordiamo e ribadiamo che una dieta equilibrata (puoi approfondire su alimentazionecorretta.info) non deve mai prescindere dal consumo quotidiano di frutta e verdura e che anzi devono essere la base della nostra dieta mediterranea.